Ridge Racer - ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi degli arcade e ad amare colui che gareggia sulle coste rocciose - PartOne



Ho avuto il mio primo contatto con Ridge Racer l’original su uno di quei libretti contenenti il catalogo Platinum che ti inserivano a tradimento in altri giochi, da vero guerrilla marketing anni ‘90.
Sarà stato il 1999, ed il primo Ridge Racer era già vecchio bacucco.
Guardavo pieno di dubbi quella copertinaccia orribile: auto fluo disegnate da un bambino, elicotterazzo, palme LSD, proporzioni fottute, il tutto su una sopraelevata a ridosso di una imprecisata località balneare.
A me piaceva Gran Turismo, potevo sprecare i miei risparmini per una troiata simile?
No.

La copertina responsabile dei miei incubi infantili

Quasi una decina di anni dopo, tra una sega e l’altra, passai un’estate a giocare a Ridge Racer 2 per PSP.
Una merda. Mi chiedevo ogni 30 secondi perché stessi giocando a quel gioco insulso con auto improponibili che correvano su binari in ambientazioni demenziali… oh guarda che bell’autostrada giapponese di notte!
Pensavo: perché driftare per ricaricare il nitro? Non ha alcun fottuto senso… oh guarda come ti passo all’ultima curva, brutto stronzonippo.
Mi chiedevo ogni 30 secondi perché stessi giocando a quel gioco insulso. E me lo chiedevo per almeno 2 ore alla volta. Sarà che se fosse stato già disponibile quello stramaledetto Gran Turismo per PSP sarei stato a limare le staccate al cavatappi col Deltone.
Provate però a spararvi sto Ridge Racer per PSP con Windowlicker di Aphex Twin in cuffia senza cadere in preda di convulsioni orgasmiche.
Comunque poi quel maledetto Gran Turismo per PSP uscì e non giocai ad altro per un anno.

Finché non acquistai sul PSN quella cloaca di versione PAL di Ridge Racer Type 4.
Ricordo che da infante ne leggevo disgustato le recensioni entusiastiche sulle riviste dell’epoca.
A dire il vero, da piccolo ero persino inquietato dall’estetica che trapelava dai minuscoli screenshot di gameplay disseminati nei testi delle recensioni: quelle auto brutte inventate di sana pianta, quelle autostradone giappofrocie, i tunnel con le luci gialle. 

Le tipiche oscure miniature da rivista fine '90

Con l’età adulta però divenni un coprofago curioso e quindi lo acquistai.
Comunque sia la versione PAL è ingiocabile ed infatti non la giocai. (gustatevi il video allegato e confrontatelo con la versione NTSC.
Sì, noi europei abbiamo vissuto nella menzogna per anni. Dovremmo esserci abituati, ed invece...)



Torniamo ai giorni nostri: giugno 2019.
Depresso totalmente dal cambio di città, dalla nuova università, dalle seghe infinite per combattere la noia, decisi di far mia la PS Classic in una offertona irripetibile dell’Euronics che praticamente ti pregava in ginocchio di fargliele sparire dal magazzino. Tempo 5 minuti ed era già moddata. Chiaramente Gran Turismo faceva il fumo, letteralmente.
Un giorno però mi si aprì lo scroto e decisi di “finire” Ridge Racer Type 4. Sì, di finire. Giochi finiti in vita mia si contano sulle dita di una mano monca, ma non so per quale motivo decisi di attaccare quello schifo di gioco. Lo avrei attaccato senza pietà: io, asso dei simulatori, dovrei temere RR4? Nah.
Non ricordavo nulla della versione PAL, neanche la scena iniziale con quel zoccolone di Reiko Nagase.
Fatto sta che mi passa la voglia di finirlo dopo 5 minuti.
Ok va bene gli arcade, ma perché cazzo devo affrontare le curve con quel drift automatizzato, tra l’altro gestendolo in maniera totalmente controintuitiva? Perché cazzo le auto sembrano sfrecciare oscillando su di un perno? Perché sto catorcio non sbanda nemmeno se mi butto in una curva a gomito a 250 kmh? Perché cazzo ci sono delle donne alle redini di un team? Cosa c’entra questo con un gioco di guida?
Ah, vero: è un gioco di guida.
Non un simulatore.
Un fottuto gioco di guida.

Namco maestra di stile, poco da dire

Ah, che bello, mettere le marce non è tanto male. Ah, azzeccare le traiettorie ti aiuta a limare i tempi sul giro, non l’avrei detto. Oh, guarda che bel drift! Tu guarda che bella grafica! Che bell’ambientazione notturna. Che mood ragazzi. Che figo sfrecciare irrealisticamente in una giappocittà con questa deep house anni 90’.
Ah, posso anche scegliere traccia prima di una gara? Che figo.
DIvertente!
Ti ritrovi a scegliere tra 4 team (la zoccolona francese, l'Enzo Ferrari fallito, il giapponese che ti rompe i coglioni sull'onore, il team manager incel e squattrinato) e successivamente tra 4 telai da adottare per il Real Racing Roots '99 che non ha praticamente un cazzo di Real.
Tra questi 4 telai 2 sono di tipo "drift" (sbandate a 300 all'ora), mentre gli altri 2 sono ti tipo "grip", cioé premi leggermente il freno prima di una curva e ti ritrovi sbattuto sul muretto interno senza alcuna logica e consistenza. Mah.
Comunque sia ti ritrovi nelle prime gare con un macinino ed a seconda dei risultati, dopo non poche offese ricevute soprattutto dal team manager giappominchio, riesci a grindare ed ottenere auto via via più performanti per affrontare le eliminatorie finali e l'ultima gara dove vinci se non freni mai.
Poi parte la storiella finale toccante emotiva scemissima che ti spiega, a seconda del team scelto all'inizio, che il giappominchia si è innamorato di te, la zoccolona francese pure, l'Enzo Ferrari si è gasato e l'incel ha ritrovato la fiducia in se stesso.
I quattro stronzi dell'apocalisse Ridge 
(credits 
R4: The magnificents by Hotrod89 on DeviantArt)

Le combinazioni tra team, telai e risultati ottenuti sbloccano auto diverse per un totale di tipo 350, ma sono tipo reiterazioni delle stesse auto ripetute all'infinito, un po' come i giochini della PolyStation (eheh).
Comunque una volta presa confidenza con le leggi fisiche vigenti nell'universo Ridge Racer è facile farsi cullare, soprattutto di notte, dai palazzi e le ambientazioni che scorrono veloci attorno a te, dall'asfalto che si srotola sotto di te, e da quella musica arrangiata benissimo che oramai scorre dentro di te; tutto questo mentre le dita snocciolano oramai mnemonicamente le poche combinazioni di tasti utili ad ottenere dei giri puliti. Poche, ma estremamente precise nel tempo. Potrei azzardarmi a dire che Ridge Racer Type 4 è il PaRappa dei giochi di guida.
Infatti sto azzardando, sono le 2, ho sonno, sono incazzato nero ma penso che andrò a farmi un giro in "Edge of the Earth". Per abbellire un po' la giornata.

Per voi che non potete, frullatevi sto gameplay.





P.S. ci vediamo per la parte II, dove snocciolerò i meriti storici, tecnici e videoluddici del primo indimenticabile (ma giustamente dimenticato) della saga Ridge Racer.

Buonanotte frens.

Commenti