Sì, è un gioco di ruolo di stampo giapponese. Dura venticinque ore. Nei primi due minuti facciamo la conoscenza dell'eroe, della bella e del cattivo. Poi il gioco comincia ed è la solita storia di esplorazione, combattimenti e dialoghi... ma non è la solita storia. Shadow Hearts voleva essere differente e c'è riuscito, così come il meno divertente Koudelka su PlayStation. Buttato in fretta e furia su PS2 nel 2001, è il gioco perfetto sia per i nostalgici di quell'epoca, sia per chi cerca qualcosa di davvero inconsueto.
Trama: nel 1913 una combriccola di deficienti (un manesco, una suora, una spia, un monaco taoista, un orfano e un vampiro) risolve misteri soprannaturali picchiando mostri raccapriccianti in giro per il mondo. Più questi mostri sono perversi miscugli di denti e organi grondanti icore e più ti viene per qualche strana ragione voglia di menarli. La prima guerra mondiale è alle porte ed è tutto oscuro, grottesco e malato. Praticamente ciò che stiamo vivendo oggi, ma oggi non siete un ventenne capace di trasformarsi in un assortimento di diavoli e, se lo siete, meglio per voi. C'è tutto quello che si può desiderare da un'opera nipponica horror, compresa una buona dose di giallo e umorismo nero. Una volta tanto, nessuno ha voluto allungare in maniera artificiale la durata del gioco, e anche i soldi a disposizione per lo sviluppo non erano tantissimi, quindi SH dura il giusto.
Oltre a durare il giusto, una volta finito vi lascerà con la voglia di averne di più. Magari vi affezionerete (perché no?) anche a Ruggero Bacone ridipinto come la versione zombie di Doc di Ritorno al Futuro. Recuperate quindi il buon fumetto di Koudelka (Panini Comics), il legnosissimo e coraggioso Koudelka per PSX, e i due seguiti del gioco di cui stiamo parlando. Shadow Hearts 2 chiude la trama ed è un JRPG a tutti gli effetti: cinque volte più ciccione e scanzonato del primo, per certi versi più riuscito, per altri meno. Shadow Hearts from The New World non è un brutto gioco, ma non ha più molta voglia di osare. Anche perché ogni gioco della saga è stato un parziale insuccesso commerciale, cosìcché spesso il team di sviluppo si è trovato senza più regista. Però la barca è andata in porto lo stesso e prima o poi un altro seguito, anche solo spirituale, lo vedremo.
I giochi di ruolo del Sol Levante si contavano già a migliaia vent'anni or sono, quindi tutta questa voglia di differenziarsi aveva dei buoni motivi. Solo Square poteva sperare di fare la sua cosa e garantirsi un approdo sicuro in Occidente. Meglio a quel punto scrivere una favola nera e pucciarla nella geopolitica, nel folklore e nella Belle Époque. Il lettore anche solo vagamente interessato a Vampire: The Masquerade, Il Corvo e Blade a questo punto non dovrebbe più avere dubbi, ma adesso parliamo di un altro bel sottoprodotto della voglia di differenziarsi.
Il primo Shadow Hearts è un gioco raro e abbastanza costoso. La pastoia dei copyright ne impedisce attualmente riedizioni moderne, quindi è consigliabile fruirne in emulazione. Smetto per un attimo di fare il pappamoscia e vado a rigiocarmelo. Buon divertimento.





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