Tekken Tag Tournament


Tamarro. Tamarrissimo. Caciarone ed esoterico al contempo. Tekken Tag Tournament fu uno dei primi giochi davvero convincenti per PlayStation 2, giusto perché non mi va di dire killer app: non bastava aver reso la serie Tekken sinonimo di Playstation, Namco volle strafare e prese un picchiaduro da sala che era poco più di un'espansione del terzo capitolo, lo rimasterizzò e lo vendette a prezzo pieno. Effetto non trascurabile: per qualche anno TTT tenne alta la bandiera del genere nelle case di tanti, almeno sino all'arrivo del quinto capitolo e di Street Fighter IV.

Questo capitolo, ispirato ai vari Capcom Versus e fagiolato quanto basta, aveva il graficone e una colonna sonora da sturbo*, ma soprattutto si poteva giocare in due contro due nell'eterna scalata al tesoro dei Mishima, la famiglia che a tutti piace picchiare. Che si è inventata Namco a questo giro? Qualche aggiunta carina come il minigioco di bowling, un po' di meccaniche sia comprensibili sia criptiche (basate soprattutto sull'affinità tra i personaggi che sceglierete per il vostro duo di combattenti) e l'ennesimo colpo di acceleratore su un'estetica tra il foggiano e il raffinato. Un gioco di pugni dove ogni colpo è un fuoco d'artificio, un gioco che è qui e ora e vuol essere giocato subito!



È una grossa grassa festicciola, in grado di coinvolgere sia l'avventizio a cui basta mulinare a oltranza con Eddy, sia il giocatore più smaliziato. Forse l'ultimo vero picchiaduro da party, eccetto Smash Bros. Un gioco di gomma e polvere da sparo, che si meriterà sempre ogni secondo di heavy rotation nella console perché sotto l'effimero carisma dei suoi personaggi qui c'è roccia vera e tanta, tanta voglia di divertirvi lasciandovi carta bianca sulle regole.

Tekken Tag Tournament ha una riedizione per Playstation 3 in alta definizione. Siete autorizzati a fare di tutto per metterci le mani sopra.



* mi verrebbe da dire: lo zenith delle colonne sonore di Tekken. Non si vergogna a pucciare nei Prodigy e nei Jamiroquai.

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